La selezione clonale e sanitaria condotta a stretto contatto con le aziende sul territorio mira all’individuazione, nell’ambito della variabilità intravarietale accumulata in secoli di coltivazione, di accessioni e/o biotipi geneticamente e sanitariamente superiori. Oltre alle varietà autoctone minori, l’attività prosegue senza interruzione anche su importanti vitigni regionali al fine di ottenere, in funzione dei mutati obiettivi qualitativi e di selezione, cloni con caratteristiche produttive e tecnologiche differenti adattati alla produzione delle svariate tipologie di vino. Oltre ad alcune attività condotte all’estero (Albania, Malta, Croazia, Serbia), negli ultimi la selezione ha interessato oltre 20 vitigni regionali pugliesi. Dopo la selezione in vecchi vigneti commerciali e l’inserimento nelle collezioni di germoplasma a Locorotondo, le accessioni, coltivate e confrontate nello stesso campo di conservazione, sono sottoposte ad una seconda selezione al fine di individuare i migliori candidati cloni da avviare quasi sempre al risanamento prima ancora di giungere in campo di omologazione
I candidati cloni più interessanti, dopo l’eventuale risanamento, sono introdotti in campi di omologazione/confronto ove si procede a studiare le performances produttive ed enologiche attraverso opportuni rilievi vegeto-produttivi, fenologico-ampelografici, tecnologici nonché analisi di mosti, micro vinificazioni ed analisi chimico/fisiche/organolettiche dei vini. Parallelamente oltre alla costituzione della fonte primaria sono condotti gli accertamenti fitosanitari prescritti (analisi ELISA e soprattutto indexaggio biologico per innesto). L’attività, per quanto concerne le caratteristiche dei campi di omologazione, la durata (minimo triennale) ed il tipo di rilievi segue i protocolli ufficiali definiti dalla normativa vigente (DPR 24/12/1969 n° 1164 in parte modificato ed integrato soprattutto dai D.M. 11/09/2006 n° 211 e D.M. 24/06/2008). Terminate le attività in campo e cantina, l’elaborazione dei dati permette di individuare tra i diversi candidati quali siano i cloni migliori e più differenziabili meritevoli di registrazione al Catalogo nazionale. Dopo l’invio al Ministero della richiesta di registrazione corredata da un dossier, ovvero tutta la documentazione tecnica (ampelografia, agronomica, genetica, enologica e fitosanitaria) che sarà esaminata dagli esperti del Comitato per l’esame delle varietà di vite, l’iter, complessivamente di durata anche decennale, si conclude formalmente con l’inserimento dei cloni approvati in un apposito decreto e la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Per l’iscrizione di un vitigno, oltre a tutte le attività descritte per i cloni, è necessario inserire nella documentazione tecnica uno studio storico, una descrizione ampelografia molto più approfondita (comprensiva di descrizione fillometrica e carpometrica) e l’analisi genetica con profilo micro satellite
Il settore dispone di una cantina sperimentale completamente attrezzata per il trattamento delle uve, la conduzione di micro e meso vinificazioni in condizioni controllate, trattamenti ed affinamento di vini e vinificazioni speciali (spumantizzazione e produzione di vini dolci). Oltre alle attività di micro vinificazione per l’omologazione di candidati cloni il settore è impegnato soprattutto: a) nello sviluppo e messa a punto di protocolli di vinificazione (ad es. adattati alle caratteristiche varietali ovvero atti ad esaltare le potenzialità e superare i problemi tecnologici come nel caso ad esempio del confronto di differenti tecniche estrattive per il miglioramento delle componenti fenoliche e/o aromatiche, b) sperimentazione di nuovi prodotti enologici da vitigni autoctoni minori come vini monovarietali o da uvaggio o ancora vini speciali (passiti e spumanti)..
Il CRSFA da diversi anni ha affiancato alla sperimentazione per il miglioramento delle produzioni enologiche a marchio già consolidate ottenute da vitigni autoctoni più importanti (Primitivo, Negroamaro, Uva di Troia), la vinificazione di varietà minori ottenendo nuovi promettenti vini monovarietali o da uvaggio e nuovi prodotti quali soprattutto passiti e spumanti. La sperimentazione enologica sui vitigni più promettenti interessa attualmente nuovi prodotti da uvaggio, vini monovarietali, vini speciali (spumanti, passiti), con l’obiettivo di ampliare la gamma e l’offerta di prodotti enogastronomici locali in un’ottica di interazione prodotto/territorio. Per una corretta e vincente valorizzazione dei vitigni autoctoni minori, è infatti necessaria l’attenta analisi delle peculiarità tecnologiche delle uve e, in base ai dati raccolti, l’uso e/o adattamento della tecnica di trasformazione enologica nella cosiddetta “enologia varietale”. Quanto detto è verificabile, oltre che per il Minutolo, antica varietà aromatica idonea alla produzione di vini bianchi secchi o abboccati, vini spumanti, vini passiti e distillati, anche per numerosi altri interessantissimi vitigni minori pugliesi.
Il settore si occupa di attività di ricerca e sperimentazione nell’ambito della frutticoltura e olivicoltura. In particolare si occupa delle attività di caratterizzazione morfo-fenologica e pomologica di specie arboree di interesse agrario mediante l’uso di descrittori ufficiali UPOV IPGRI (fruttiferi, agrumi e olivo), nonché della verifica di attribuzioni varietali incerte ed alla scoperta casi di sinonimia ed omonimia. Oltre, l’attività “classica” di caratterizzazione ed identificazione, il settore opera la caratterizzazione genetica basata su marker molecolari, quali i microsatelliti SSR (Simple Sequence Repeats) in grado di rilevare polimorfismi del DNA associati a cultivar diverse.
CRSFA “Basile-Caramia”
Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura